L’obiettivo delle Teorie del Nursing è considerare l’uomo nella sua natura sistemica e multidimensionale. Infatti, col termine “nursing”, si intende individuare un pool di concetti teorici e pratici basati sull’assistenza infermieristica di tipo olistico.
Basti pensare che, a partire dal XIX secolo, molte teoriche del nursing si sono dedicate allo studio e alla creazione di ipotesi distinte, per fissare dei meta-paradigma specifici al fine di definire l’agire professionale, basato sulla considerazione dell’essere umano e dei suoi bisogni in senso globale e multidimensionale.
Il nursing e il meta-paradigma
Il nursing valuta come focus centrale della sfera professionale non tanto il “fenomeno patologia”, quanto le sue conseguenze di tipo fisiologico, psicologico e sociale. Ossia quelle che influiscono sul vivere quotidiano e sull’autonomia della persona malata, che è presa in considerazione nella sua “globalità”, secondo una prospettiva olistica e neuro-cognitiva.
Uno degli aspetti più interessanti dello sviluppo dell’infermieristica è rappresentato dal nascere di differenti elaborazioni teoriche che, a partire dalla metà del ventesimo secolo, si sono tradotte in paradigmi. Quest’ultimi sono intesi come modalità analogiche in cui lo spazio dell’altro si “dis-vela” per poter entrare in sintonia col paziente, considerato nella sua “relazione col curante”. Ecco che il “meta-paradigma” diventa la cornice filosofica del sapere, saper essere e saper fare professionale.
Il meta-paradigma, che, etimologicamente, significa “oltre il modello”, raggruppa al suo interno tutto ciò che è pertinente all’infermieristica. Esso è formato da quattro elementi fondamentali:
- uomo/assistito;
- salute/malattia;
- ambiente/contesto sociale;
- assistenza infermieristica.
Tale considerazione filosofica rappresenta un interesse per la globalità dell’essere umano e dei suoi bisogni, per il modo in cui la singola persona vive la salute e la malattia. Basti pensare che, tra il 1943 ed il 1954, lo psicologo statunitense Maslow, concepì il concetto di “Hierarchy of Needs”, ossia una gerarchia di bisogni e necessità che trovano riscontro pragmatico ma anche sistematico nelle Teorie del Nursing.
Le diverse teorie, poi, si distinguono per le differenti definizioni che assumono nei contesti bio-psico-sociali.
Florence Nightingale e la teoria sull’ambiente
Universalmente riconosciuta come la madre del nursing, grazie alla sua capacità e competenza statistica nell’applicare il metodo scientifico ai problemi di salute, Florence Nightingale (1820-1910) ha focalizzato la sua teoria sull’ambiente. Quest’ultimo è inteso come insieme di condizioni e di influenze esterne che agiscono sulla vita e sullo sviluppo di un organismo, in grado di prevenire, guarire oppure contribuire all’evolvere della malattia.
L’infermieristica, secondo la Nightingale, prevede l’assunto base secondo cui la natura debba agire sulla persona, permettendole di adottare tutti quei comportamenti “sani” atti al miglioramento del benessere globale.
Secondo la teorica, la malattia è un processo di riparazione che la natura mette in essere nei casi di bisogno ed il nursing deve proporre proprio quei precetti atti a creare un ambiente sano per il paziente. Deve promuovere la salute, favorendone il miglioramento: uso adeguato di aria fresca, luce, calore, pulizia, dieta e tranquillità.
Altre teorie del nursing
Elemento fondamentale della professione, a livello relazionale, è quello citato da un’altra importante teorica del nursing, ossia Martha Rogers. Quest’ultima afferma proprio il concetto base secondo cui, l’assistenza infermieristica, è una delle modalità fondamentali di occuparsi con amore degli esseri umani, in cui il cuore comprende e la mano aiuta.
Benché esistano differenti Teorie del Nursing è altresì importante ricordare che tutte hanno come “focus” l’individuo.
Esistono infatti teorie correlate ai bisogni, teorie dell’interazione, altre legate ai risultati, teorie trans-culturali e antropologiche. Tutte quante hanno però come obiettivo quello di rendere il paziente il “miglior curante di sé stesso”, sostenuto da un “agire infermieristico” supportato da empatia, responsabilità e competenza.
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