La memoria è una funzione fondamentale della mente umana: è attraverso i ricordi, infatti, che le persone costruiscono e plasmano la propria identità, i propri gusti, le proprie opinioni. È per questo motivo che, quando la memoria viene compromessa a causa di patologie o dell’avanzare dell’età, anche i comportamenti e la personalità dell’individuo possono risentirne.
Cos’è un falso ricordo
Il falso ricordo è un ricordo che non corrisponde ad eventi realmente avvenuti.
È importante notare, tuttavia, che non si tratta di menzogne, bensì di eventi o informazioni di cui il soggetto è convinto, in quanto li ritiene corretti e reali.
Esistono diverse tipologie di falso ricordo, distinte sulla base di ciò che ha generato il malfunzionamento della memoria e di come si è svolto questo malfunzionamento o alterazione:
- il ricordo inventato, basato su persone o situazioni inesistenti, ma immaginate con grande ricchezza di particolari;
- il ricordo alterato, basato su un ricordo autentico, di cui però vengono modificati alcuni dettagli;
- il ricordo aggregato, formato ricombinando e mischiando insieme frammenti di altri ricordi, reali;
- il ricordo indotto da un sogno o incubo particolarmente intenso, che con il tempo viene categorizzato erroneamente come esperienza reale, a causa delle forti emozioni a esso connesse;
- il ricordo indotto dall’ipnosi, in cui fatti autentici e immaginati o inventati si mischiano e confondono, fino a dare vita a un falso ricordo.
Cosa genera un falso ricordo
Quando si parla di “memoria” o “memorizzare” si fa riferimento alla capacità di immagazzinare informazioni, dati, concetti o emozioni ed essere in grado di rievocarne il ricordo in modo corretto e dettagliato.
Con questa definizione, tuttavia, si intende più specificatamente la memoria a lungo termine, mentre, com’è noto, esistono più forme di memoria.
In particolare, si parla di memoria a breve termine quando le informazioni vengono conservate in quantità limitata (tra i 5 e i 9 elementi) e per una durata di circa 20/30 secondi: un numero di telefono o una serie di lettere/caratteri da trascrivere e utilizzare sul momento.
Con memoria a lungo termine, invece, si intende il vero e proprio “archivio” di tutti i nostri ricordi, dalla durata variabile che va da qualche minuto a un tempo indefinito.
Affinché un’informazione, un fatto o un’immagine passi dal magazzino della memoria a breve termine a quello della memoria a lungo termine, è necessario che attraversi tre fasi:
- Acquisizione, la fase in cui una nuova informazione viene archiviata nella memoria a breve termine;
- Consolidamento, il processo durante cui i ricordi si cristallizzano e diventano stabili;
- Richiamo, il momento di rievocazione dei ricordi già consolidati.
Un falso ricordo nasce, solitamente, da un errore della memoria nella fase di consolidamento. In particolare, un fattore determinante che può intervenire nella creazione di un falso ricordo – così come in molti altri aspetti che riguardano la memoria – è la qualità del sonno. Infatti, è proprio durante il riposo notturno che la mente elabora e immagazzina i ricordi, esaminando le immagini e le esperienze vissute nel corso della giornata ed effettuando una selezione di cosa memorizzare e cosa eliminare.
In questa fase, nel cervello avviene quella che viene definita consolidazione sinaptica, un processo di registrazione e salvataggio dei nuovi ricordi nei circuiti cerebrali, seguita dalla consolidazione del sistema, che consiste nell’integrazione e nel confronto dei nuovi ricordi con quelli pre-esistenti, in modo da ottenere una rete sempre più complessa e completa di informazioni.
Se durante il processo di consolidazione sinaptica o di consolidazione del sistema si manifestano dei “malfunzionamenti” a causa di patologie o di gravi disturbi del sonno, la registrazione degli eventi e delle immagini viste nel corso della giornata avviene in modo incompleto e può capitare che la mente ricostruisca gli elementi mancanti sulla base dei ricordi già presenti e consolidati, inventando ciò che non sa.
In altri casi, invece, il ricordo viene consolidato correttamente, ma l’individuo mostra forti difficoltà nella fase del richiamo. Questo può avvenire, ad esempio, in seguito a traumi psicologici o esperienze di shock, che portano il paziente a “rimuovere” alcuni elementi o anche l’intero avvenimento come meccanismo di difesa per proteggersi dalle emozioni negative che ne derivano.
Per approfondire
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