Mancano solo due mesi ormai perché i professionisti sanitari che non sono ancora in regola con il triennio formativo 2020-2022, riescano a colmare i crediti ECM necessari.
Oltre alle sanzioni, i camici bianchi che non riusciranno a recuperare rischiano problematiche anche sotto l’aspetto assicurativo.
La formazione è fondamentale
Alla luce del biennio trascorso e le difficoltà che il mondo della Sanità sta ancora riscontrando, la formazione continua per i professionisti sanitari è necessaria. E’ sinonimo di miglioramento delle competenze, di qualità dei servizi offerti ai pazienti e responsabilità professionale, perché riduce la percentuale di errore.
I malati hanno bisogno di fare affidamento su medici aggiornati perché sia rispettato il loro diritto ad essere curati. E dopotutto questo premia anche l’autostima del professionista.
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I professionisti sanitari inadempienti
E’ in riduzione la percentuale dei camici bianchi che devono ancora recuperare gli ECM, lo conferma il Presidente dell’OMCeO di Milano, Carlo Roberto Rossi. Dopo le lettere che la Cogeaps ha inviato a tutte le federazioni ed ordini professionali, con l’elenco dei professionisti sanitari ancora da certificare, il processo pare essersi velocizzato.
La Presidente della Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli afferma:
La fotografia che ci ha consegnato il Cogeaps in parte la aspettavamo. Confidavo potesse essere migliore ma rispecchia questi anni. Nel senso che il programma nazionale di formazione continua in medicina è stata un’intuizione importantissima, nata con la riforma Ter del decreto legislativo 229 e poi perfezionata negli anni, con un presupposto scientifico. Quello che le conoscenze scientifiche e tecniche si modificano e perdono di efficacia più o meno del 50% ogni 10 anni. Quindi un professionista laureato da 20 anni dovrebbe rinfrescare il 100% delle proprie conoscenze.
La questione assicurativa e le sanzioni
Dal prossimo triennio partirà la norma che obbligherà i professionisti sanitari al raggiungimento di almeno il 70% degli obiettivi, per poter continuare a godere della copertura assicurativa.
Senza contare la sgradevole faccenda delle sanzioni, che possono diventare anche severe:
- Avvertimento, ovvero un richiamo a non cadere più nella mancanza commessa;
- Censura, una dichiarazione di riprovazione per il comportamento assunto;
- Sospensione da un minimo di 1 mese ad un massimo di 6 mesi;
- Radiazione dall’Albo.
Purtroppo la sanzione disciplinare se diventa esecutiva resta tracciata, anche quando non è più valida.
Un aiuto però arriva ai professionisti sanitari che hanno accumulato più crediti in un triennio, piuttosto che un altro perché sarà possibile spostarli. Per farlo basterà accedere al portale Co. Ge. A.P.S. attraverso SPID. Sarà possibile trasferire il 100% degli ECM previsti dall’obbligo formativo al netto di esoneri, esenzioni ed eventuali altre riduzioni.
Il sistema ECm dovrebbe essere premiante
Ne è convinto il Presidente Rossi e infatti suggerisce degli incentivi per quei professionisti sanitari meritevoli che addirittura superano i crediti richiesti nel triennio.
Mentre la Mangiacavalli fa un appello alla categoria degli infermieri:
Fra questi professionisti sanitari c’è ancora poca consapevolezza della necessità di dover essere assicurati: la legge 24 del 2017 è importante, perché ha modificato l’assetto e il contesto. Il fatto di essere tornati nell’alveo della responsabilità extracontrattuale ha degli elementi positivi, ma è stato un po’ travisato perché sembra che un infermiere pubblico dipendente possa non avere una polizza assicurativa. Invece non è così
I colleghi sono comunque convinti che la percentuale dei professionisti inadempienti continuerà a scendere, anche a ragione di una vastissima offerta formativa nazionale, anche gratuita.