I disturbi dello spettro autistico
I disturbi dello spettro autistico sono un insieme eterogeneo di disturbi dell’età evolutiva, accomunati da una generale compromissione delle capacità di comunicazione e di interazione sociale. Si stima che circa un bambino su 150 sia “sullo spettro” e che vi sia un’incidenza di quattro più elevata tra i bambini rispetto alle bambine.
I bambini affetti da autismo possono avere difficoltà ad elaborare correttamente le informazioni provenienti dal mondo esterno, a causa di difficoltà di linguaggio o di percezioni sensoriali modificate; di conseguenza, in molti casi possono presentare anche difficoltà nell’apprendimento così come nello sviluppo emotivo e intellettivo.
Per questo motivo, l’autismo non è classificato come una malattia, bensì come un insieme di disturbi che condiziona, a vario livello, diverse aree della vita del bambino, provocando isolamento affettivo e incapacità a rapportarsi con gli altri.
Allo stesso modo, si parla di “spettro autistico” proprio perché le manifestazioni di questi disturbi variano ampiamente da soggetto a soggetto, sia in termini di tipologia che di gravità. Questa grande variabilità può generare alcune difficoltà nella valutazione diagnostica, soprattutto nei casi più lievi e ad alto funzionamento.
come riconoscere i disturbi spettro autistico
Attualmente, non è possibile diagnosticare in modo attendibile la presenza di un disturbo dello spettro autistico prima del terzo anno di età. Tuttavia, i sintomi dell’autismo associati a problematiche nell’area dello sviluppo motorio, percettivo e sensoriale, seppur in forma lieve, possono apparire sin dai primi mesi. È fondamentale, quindi, prestare attenzione ai primi possibili segnali di autismo per possibile una diagnosi precoce e un tempestivo intervento riabilitativo, ancor prima che il disturbo si esprima nella sua pienezza, così da limitarne l’espressione dei sintomi.
Alcuni segnali precoci di autismo possono essere riscontrati nei seguenti comportamenti del bambino:
- Non risponde al suo nome
- Non segue le indicazioni che gli vengono date
- A volte sembra capace di udire, altre no
- Non indica e non saluta con la mano
- Non è capace di chiedere cosa desidera
- Il linguaggio è in ritardo
- Prima diceva qualche parola, ma poi ha smesso
- Non sorride socialmente
- Sembra preferisca giocare da solo
È bene prestare attenzione, anche nei mesi successivi, se:
- il bambino ha difficoltà a incrociare lo sguardo di chi parla (lateralità dello sguardo);
- il bambino mostra movimenti degli arti ripetitivi e a-finalistici, ovvero senza scopo apparente;
- il bambino tende alla ripetitività nell’esecuzione di alcune attività.
Tecniche di trattamento
Nel 2011, in Italia è stata pubblicata la linea guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità sul “trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti”, un documento prodotto dal Sistema nazionale con la finalità di fornire informazioni e raccomandazioni cliniche (basate su ricerche sperimentali) nell’area della salute mentale dell’infanzia e dell’adolescenza.
Vista la gravità e la variabilità dei quadri clinici associati ai disturbi dello spettro autistico, l’impatto che questi disturbi possono avere sulla vita delle persone e delle loro famiglie durante tutto l’arco della vita, nonché le difficoltà incontrate dagli operatori nell’identificazione della soluzione migliore tra le diverse offerte terapeutiche disponibili, questo documento rappresenta il primo, indispensabile passo per garantire una risposta adeguata ai bisogni terapeutici dei pazienti affetti da autismo.
In particolare, il trattamento che attualmente è risultato più efficace nell’ambito dell’autismo è l’intervento psicoeducativo, soprattutto quando intrapreso precocemente. Supportato da programmi scolastici specifici, dal coinvolgimento dei genitori e da un’adeguata assistenza medica, questo tipo di intervento può ridurre notevolmente i sintomi dell’autismo e aumentare le possibilità del bambino di imparare nuove abilità.
Un altro modello molto studiato è l’analisi comportamentale applicata (ABA), un programma intensivo comportamentale che si focalizza sull’analisi dei comportamenti allo scopo di comprenderne le cause (antecedenti) e prevenire le reazioni problematiche, fornendo, allo stesso tempo, alternative più funzionali per il bambino.
L’intervento, che si ispira al programma TEACCH (“Treatment and Education of Autistic and Related Communication Handicapped Children”), ha come scopo il miglioramento della qualità della vita del bambino, sia modificando attivamente l’ambiente in funzione delle sue esigenze, sia sviluppando al massimo le sue autonomie.
Il programma sembrerebbe produrre benefici in tutte le aree potenzialmente compromesse dalla sindrome autistica: le abilità motorie, le performance cognitive, il funzionamento sociale e la comunicazione. Si può, quindi, ipotizzare un profilo di efficacia a favore di tale intervento, che necessita comunque di essere approfondito e dimostrato in ulteriori studi.
Per approfondire
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