Cosa sono i DSA
I DSA, ovvero i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, sono disturbi del neurosviluppo che “si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana” (legge 170/2010).
È importante notare che con questa espressione si indica un insieme di disturbi anche molto diversi tra loro, che possono apparire insieme oppure separatamente. I principali DSA, così come definiti dalla legge n. 170 del 2010 in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, sono:
- Dislessia: un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura.
- Disgrafia: un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica.
- Disortografia: un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica.
- Discalculia: un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.
La legge 170/2010 mira a garantire il diritto allo studio ai bambini e ai ragazzi con DSA (tra il 2% e il 5% della popolazione scolastica) e fornisce linee guida per gli insegnanti per assicurare l’inclusività e l’accessibilità dei percorsi scolastici.
Questa normativa costituisce un importante punto di riferimento in quanto, fin troppo spesso, in assenza di una diagnosi e/o degli strumenti necessari per individuare un disturbo dell’apprendimento, gli studenti con DSA sono stati (e talvolta sono tutt’ora) tacciati di pigrizia, svogliatezza o scarsa intelligenza.
Come riconoscere un DSA
Per effettuare una diagnosi certa di DSA è necessario attendere il termine del secondo anno di scolarizzazione; tuttavia alcuni segnali della presenza di un disturbo dell’apprendimento si possono riscontrare già a partire dall’ultimo anno di scuola dell’infanzia.
Per questo motivo, gli insegnanti giocano un ruolo fondamentale nel riconoscere precocemente i primi segni di DSA, poiché hanno modo di osservare e intervenire in prima persona sul processo di apprendimento dell’alunno.
Tra i segnali più comuni del bambino per ipotizzare la presenza di DSA vi sono:
- Confusione tra la destra e la sinistra;
- Difficoltà nella memorizzazione di sequenze (giorni della settimana, mesi, stagioni, alfabeto);
- Difficoltà nella lettura dell’orologio analogico;
- Confusione tra le lettere graficamente simili;
- Inversione o omissione di grafemi simili o che suonano simili;
- Difficoltà a tenere il segno durante la lettura;
- Numerosi errori ortografici;
- Difficoltà nell’apprendimento di lingue straniere;
- Difficoltà nel memorizzare termini specifici di uso non comune;
- Difficoltà con i numeri, la notazione musicale o altri codici che richiedono l’interpretazione di simboli;
- Difficoltà nel calcolo rapido, nelle tabelline e nell’esecuzione di procedure quali i calcoli in colonna.
È bene notare che la presenza di un singolo indicatore non è predittiva dell’insorgere di un DSA e anche una concomitanza di più indicatori in uno specifico momento potrebbe essere sintomo di una difficoltà momentanea, ma non necessariamente di un disturbo. Inoltre, bisogna sottolineare che, sebbene il ruolo dell’insegnante sia fondamentale per individuare precocemente eventuali campanelli d’allarme, la diagnosi di un DSA dev’essere effettuata da un’équipe di professionisti (es: medici, psicologi, neuropsichiatri).
Come intervenire
Effettuare una diagnosi di un DSA significa approfondire una situazione disfunzionale per un bambino, caratterizzata da difficoltà di concentrazione, memorizzazione di informazioni ed esecuzione di procedure comunemente insegnate a scuola.
Il percorso di diagnosi di DSA ha inizio con il colloquio anamnestico, finalizzato a raccogliere tutte le informazioni rilevanti e utili per identificare l’eventuale problema.
Il secondo step consiste nella valutazione e inquadramento diagnostico. In questa fase, vengono indagate attraverso test specifici le prestazioni relative all’apprendimento e il funzionamento cognitivo del bambino: il linguaggio, la memoria, l’attenzione e le capacità di ragionamento.
Infine, lo specialista redige una relazione sulla base dei risultati dei testi e si svolge un colloquio di restituzione. In questa fase, lo specialista consegna e illustra la relazione ai genitori, accompagnandola con proposte di intervento per aiutare il bambino ad affrontare le proprie difficoltà: ad esempio, l’utilizzo di strumenti compensativi quali programmi di videoscrittura e fogli di calcolo, schemi e mappe concettuali, software di sintesi vocale ecc., oppure la somministrazione di esercizi e materiali didattici mirati. La relazione viene inviata anche agli insegnanti, così che possano elaborare un piano didattico personalizzato che tenga conto delle esigenze specifiche dell’alunno con DSA.
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