Un soggetto nicotino-dipendente è tale quando ha una storia che comprenda l’abuso di sostanza costante nel tempo, benché si manifestino effetti negativi egli mostra alta tolleranza e sintomi di astinenza quando cerca di non utilizzarla più. Lo scopo del tabagista è quello di continuare a godere degli effetti farmacologici della nicotina (alcaloide parasimpaticomimetico) evitando fenomeni sgradevoli come l’astinenza.
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La decima revisione della “Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei problemi sanitari Correlati”, definita ICD-10 (International Classification of Disease, , tenth revision) in accordo coi criteri stabiliti dall’ OMS (nel 1992) (Bertoletti, et al., 2009;), sancisce che la dipendenza da tabacco appartenga ai cosiddetti: “Mental and behavioural disorders due to tobacco use” classificata come patologia e facente parte della tabella due, codice F17 (Cifiello, et al., 2010; Behrakis, et al., 2012; ICD-10-CM Official Guidelines for Coding and Reporting, World Health Organization, 2013).
Tale codice specifico appartiene alla categoria definita “Disturbi psichici e comportamentali da uso di sostanze psicoattive” (F10- F19). Tale classe è caratterizzata da una vasta gamma di disturbi generata da sostanze psicoattive che possono esser state prescritte dal medico o meno. La sostanza implicata è descritta mediante il terzo carattere del codice, mentre il quarto carattere definisce la manifestazione clinica. I codici del quarto carattere possono esser usati (quando necessario) per descrivere ciascuna sostanza psicoattiva.
Diagnosi da sostanza psicoattiva
La diagnosi da sostanza psicoattiva viene effettuata dal medico curante tramite sintomi e segni clinici, anamnesi, esami di laboratorio (ematochimici di controllo, prelievo di liquidi biologici, citologico) ed esami strumentali (fMRI). La sindrome da dipendenza, descritta dall’ICD-10, raccoglie in sé una serie di segni e sintomi fisici, psicologici, comportamentali e cognitivi, tra di essi vi sono: l’irritabilità, sentimenti di rabbia ed ansia, stanchezza, incremento dell’appetito (specialmente per i dolci), difficoltà di ricordare e concentrarsi, depressione, cefalea, insonnia, capogiri, l’ incontrollabile desiderio di fumare, ridotta capacità di controllarne l’uso, il perseverare con l’autosomministrazione nonostante le conseguenze dannose, la priorità nell’assumere la sostanza rispetto ad altre attività, lo sviluppo di tolleranza e sindrome somatica da astinenza. Quest’ultima si verifica in seguito alla sospensione assoluta o relativa della sostanza, dopo aver passato un periodo prolungato in cui è stata assunta regolarmente.
La definizione diagnostica
Secondo la definizione del DSM IV- TR del 2007, ossia il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, un sistema nosografico per categorizzare i disturbi mentali, il più utilizzato in ambito medico- psichiatrico e psicologico, i Disturbi correlati a nicotina si dividono in:
- Disturbo da Uso di Nicotina
- Disturbo Indotto da Nicotina
- Dipendenza da Nicotina
- Astinenza da Nicotina
Disturbo Correlato alla Nicotina Non Altrimenti Specificato
La Dipendenza fisica da nicotina (physical dependence) è definita come patologia d’uso della sostanza che conduce ad una menomazione o a un disagio clinicamente significativo, che si manifesta in tre o più delle seguenti condizioni ricorrenti in un momento qualsiasi nel periodo di dodici mesi e che si manifesta con tolleranza, astinenza, desiderio persistente, uso continuativo della stessa.
- La tolleranza (tolerance) prevede l’uso continuativo di dosi sempre maggiori, in quanto l’effetto si mostra diminuito nel tempo se non si incrementano le dosi.
- L’astinenza si manifesta con una specifica sindrome, definita da sintomi che compaiono solitamente entro le ventiquattro ore dalla cessazione o dalla riduzione della somministrazione, tra questi vi sono: umore depresso o disforico, insonnia, irritabilità, frustrazione, rabbia, stato ansioso, difficoltà di concentrazione, irrequietezza, bradicardia, aumento di appetito e di peso.
Tra i sintomi fisici vi possono esser inoltre costipazione, tosse, vertigini, aumento dell’attività onirica, ulcere afose (Behrakis, et al., 2012). L’insorgenza di crisi di astinenza sono normalmente evitate dal fumatore, ma veri e propri sintomi si possono osservare in chi fuma sessanta sigarette al giorno, con un periodo medio diurno tra l’assunzione di una dose e l’altra di circa dieci o quindici minuti. Nel fumatore standard, il cui consumo di sigarette si aggira intorno alle venti al giorno, si manifestano i sintomi prodromi della sindrome d’astinenza dopo un ora dall’ultima sigaretta. L’addiction definisce gli effetti fisici delle sostanze ed è un fenomeno definibile con il termine “assuefazione”.
L’addiction è descritta con una serie di comportamenti stereotipati, come il bisogno della sostanza, l’intensa sofferenza che deriva dalla cessazione. Le teorie del rinforzo interpretano l’addiction come l’effetto di processi di condizionamento che dipendono da processi di apprendimento, analizzati in rapporto a specifici stimoli che incidono sull’organismo e ad output o risposte fornite dal soggetto stesso. Si ha l’associazione tra sostanza assunta (stimolo) e specifici effetti di benessere che determina sulla persona (risposta).
Gli effetti della droga si associano a diversi elementi rinforzanti, come per esempio certi sentimenti, percezioni, atteggiamenti, comportamenti e alle reazioni nel suo ambiente psico-sociale. La sostanza diventa motivo e momento di aggregazione sociale, in cui si esperisce il gruppo e ci si sente parte di essi. Gli effetti positivi sperimentati ne incrementano il consumo e quanto più un soggetto ottiene tali effetti, tanto più utilizzerà la nicotina, inoltre tanto più le assunzioni sono frequenti, tanto più è forte il rinforzo che ne deriva.
Addiction per rinforzi negativi
Si ipotizza inoltre che la nicotina determini l’addiction a causa di rinforzi negativi: essa è in grado di neutralizzare gli effetti dell’astinenza, il soggetto sa che la mancanza della sigaretta determina sensazioni spiacevoli e solo il consumo di essa determina uno stato di benessere.
- Il craving, definito come “appetizione patologica” o desiderio urgente e compulsivo nel ricercare e consumare la sostanza. Si caratterizza per un desiderio abnorme nel voler assumere la sostanza, accompagnata da un’altrettanto intensa sofferenza nel caso in cui l’assunzione non possa avvenire. Il desiderio di assumere nicotina può manifestarsi con caratteristiche di impellenza e compulsività, soprattutto in presenza di stimoli o rinforzi esterni o interni al soggetto. Il craving è caratterizzato dai seguenti elementi:
- La sostanza è assunta in quantità maggiori e per periodi più prolungati rispetto a quanto programmato dalla persona.
- Desiderio persistente o tentativi di ridurre- controllare la sostanza si mostrano infruttuosi.
- Una grande quantità di tempo viene spesa in attività che hanno come obiettivo quello di procurarsi la sostanza stessa.
- Interruzione o riduzione di importanti attività sociali, famigliari e lavorative.
- Uso continuativo nel tempo nonostante la consapevolezza di avere un problema persistente e ricorrente, di tipo fisico, psicologico che viene spesso esacerbato dalla sostanza (Gremigni, 2005).
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