L’estate del 2022 è stata la più calda degli ultimi 500 anni, e la situazione del 2023 non è migliorata, ma peggiorata. Le alte temperature invernali e la mancanza di pioggia, seguite da inondazioni improvvise e catastrofiche, indicano una possibile stagione estiva caratterizzata da aridità e siccità. Questi cambiamenti climatici non solo mettono a rischio l’ambiente, ma hanno anche gravi conseguenze sulla salute delle persone, soprattutto degli anziani.
I dati allarmanti, come le temperature record e la mancanza di neve sulle Alpi (con una diminuzione del 53%), dovrebbero suscitare una riflessione a livello globale sull’urgenza di affrontare il surriscaldamento e il cambiamento climatico. Inoltre, l’inquinamento atmosferico, un problema legato ai cambiamenti climatici, peggiora ulteriormente la salute delle persone.
Due nuovi studi hanno dimostrato che l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di depressione e ansia, anche quando i livelli di smog sono considerati al di sotto della soglia di allarme. Gli anziani, in particolare, risultano essere più vulnerabili da un punto di vista neurologico. L’inquinamento dell’aria non danneggia solo i polmoni, ma può avere gravi effetti sulla salute mentale, soprattutto nelle persone anziane.
Le ricerche effettuate dalle Università di Harvard ed Emory (USA) su oltre nove milioni di americani di età superiore ai 64 anni, iscritti all’assicurazione sanitaria federale, hanno evidenziato un’associazione significativa tra l’esposizione a livelli elevati di inquinanti e una diagnosi di depressione in età avanzata. Gli anziani sono particolarmente a rischio a causa della maggiore vulnerabilità dell’apparato respiratorio e del cervello in età avanzata, soprattutto se vivono in contesti socio-economici difficili.
È importante sottolineare che l’inquinamento atmosferico può costituire un fattore di rischio anche se non supera i limiti considerati accettabili dalla legge. Uno studio condotto da scienziati dell’Università di Oxford, Imperial College London e Peking University School of Public Health di Pechino ha dimostrato un rischio aumentato di ansia e depressione anche in aree dove i livelli di inquinamento dell’aria sono stati ritenuti al di sotto delle soglie di sicurezza.
Il mondo deve agire con urgenza per combattere la deriva dei cambiamenti climatici e affrontare il problema dell’inquinamento, che rappresenta la causa principale di queste alterazioni ambientali. La protezione dell’ambiente e la tutela della salute delle persone, in particolare degli anziani, devono essere priorità globali. Attuare limiti più rigorosi per vari inquinanti potrebbe ridurre i costi umani e sanitari legati alle malattie causate da questa emergenza climatica.
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